La tentazione è forte: di fronte a una difficoltà dei bambini (con i compiti, i vestiti, le attese) prorompere con un "quando ero piccolo io...". Uno strumento prezioso, da maneggiare con cura, perché passare da un racconto curioso sulla propria infanzia alla vanagloria è un attimo.
Il rischio è anche quello di dipingere un mondo così lontano da quello presente che i nostri figli non riescano a riconoscercisi. E se vale per noi, pensate quanto può essere vero per i racconti, ancora più remoti, dei nonni.
I nonni migliori del mondo, di Jan Paul Schutten, illustrato da Kees de Boer (traduzione di Laura Pignatti), edito da Sinnos, ironizza su questo divario generazionale, e anche sul vizio delle vecchie generazioni di esagerare le proprie difficoltà.
Il protagonista, Dirk,
Verrebbe da chiedersi il perché, come facciano i nonni ad essere tre (Dirk ha forse una famiglia allargata?), ma il dubbio svanisce subito, perché I nonni migliori del mondo lascia poco spazio alla razionalità e molto all'iperbole.
Ospite dai nonni, Dirk deve andare a scuola, così i nonni gli costruiscono una bicicletta. Ma il bambino osa lamentarsi: la bici ha le gomme sgonfie ed è tutta storta.
Ed è qui che inizia un'esilarante escalation in cui i tre nonni fanno a gara a chi la racconta più grossa.
Dirk non si deve lamentare, perché ai suoi tempi il nonno Diederik aveva una bici con le gomme bucate.
Al che interviene nonno Roderik: lui, le gomme, nemmeno le aveva, perché le sue ruote erano di legno.
Il racconto si dipana in questo modo, con una formula che si ripete per accumulo: ogni volta un nonno dice all'altro "Tu eri fortunato, perché io, invece...".
Così, pagina dopo pagina e ricordo dopo ricordo, la bicicletta dei nonni perde le ruote, i pedali, il sellino, mentre la strada per la scuola diventa sempre più lunga e impervia: montagne da scalare, lavori da svolgere prima di scuola, gocce di pioggia grosse come meloni.
Il resoconto di queste avventure, sempre più incredibili, incanta Dirk, che rischia di fare tardi a scuola. Ma per fortuna, il bambino conosce una scorciatoia, che ci verrà mostrata nelle ultime pagine del libro, senza parole, e sarà non meno rocambolesca del racconto dei nonni.
Di piccolo formato, adatto anche ai viaggi, I nonni migliori del mondo è perfetto per le prime letture autonome, grazie al font ad alta leggibilità, ma soprattutto per il suo contenuto che non annoia mai.
I due autori olandesi sono riusciti a costruire un libro dal ritmo incalzante e dalle trovate incredibili, con dialoghi ben caratterizzati che danno espressività al testo, e immagini come vignette satiriche, che danno forma alle fantasie dei nonni negli occhi di Dirk.
Un libro per ridere insieme delle esagerazioni che naturalmente nascono nei ricordi, ma anche e soprattutto un libro per ridere e basta.
Il rischio è anche quello di dipingere un mondo così lontano da quello presente che i nostri figli non riescano a riconoscercisi. E se vale per noi, pensate quanto può essere vero per i racconti, ancora più remoti, dei nonni.
I nonni migliori del mondo, di Jan Paul Schutten, illustrato da Kees de Boer (traduzione di Laura Pignatti), edito da Sinnos, ironizza su questo divario generazionale, e anche sul vizio delle vecchie generazioni di esagerare le proprie difficoltà.
Il protagonista, Dirk,
ha tre nonni, che vivono tutti insieme nella stessa casa.
Ospite dai nonni, Dirk deve andare a scuola, così i nonni gli costruiscono una bicicletta. Ma il bambino osa lamentarsi: la bici ha le gomme sgonfie ed è tutta storta.
Ed è qui che inizia un'esilarante escalation in cui i tre nonni fanno a gara a chi la racconta più grossa.
Dirk non si deve lamentare, perché ai suoi tempi il nonno Diederik aveva una bici con le gomme bucate.
Al che interviene nonno Roderik: lui, le gomme, nemmeno le aveva, perché le sue ruote erano di legno.
Il racconto si dipana in questo modo, con una formula che si ripete per accumulo: ogni volta un nonno dice all'altro "Tu eri fortunato, perché io, invece...".
Così, pagina dopo pagina e ricordo dopo ricordo, la bicicletta dei nonni perde le ruote, i pedali, il sellino, mentre la strada per la scuola diventa sempre più lunga e impervia: montagne da scalare, lavori da svolgere prima di scuola, gocce di pioggia grosse come meloni.
Il resoconto di queste avventure, sempre più incredibili, incanta Dirk, che rischia di fare tardi a scuola. Ma per fortuna, il bambino conosce una scorciatoia, che ci verrà mostrata nelle ultime pagine del libro, senza parole, e sarà non meno rocambolesca del racconto dei nonni.
Di piccolo formato, adatto anche ai viaggi, I nonni migliori del mondo è perfetto per le prime letture autonome, grazie al font ad alta leggibilità, ma soprattutto per il suo contenuto che non annoia mai.
I due autori olandesi sono riusciti a costruire un libro dal ritmo incalzante e dalle trovate incredibili, con dialoghi ben caratterizzati che danno espressività al testo, e immagini come vignette satiriche, che danno forma alle fantasie dei nonni negli occhi di Dirk.
Un libro per ridere insieme delle esagerazioni che naturalmente nascono nei ricordi, ma anche e soprattutto un libro per ridere e basta.
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