Per una volta, l'annosa questione non si pone: in questo libro, tra la gallina e l'uovo, viene decisamente prima l'uovo. Ma è un uovo misterioso.
L'uovo è al centro della storia di Il castoro, l'uovo e la gallina (edizioni Minibombo) e fino all'ultima pagina terrà il lettore sulle spine con il segreto che nasconde.
Il riccio lo porta, con aria un po' furtiva, a un castoro addormentato.
La raccomandazione del riccio è chiarissima:
Peccato che il castoro, preso dal sonno, si risvegli soltanto a metà della frase, e ne ascolti solo la seconda parte. Dopodiché, si riaddormenta subito.
Uno dopo l'altro, si susseguono uno scoiattolo, un'alce, un coniglio. Tutti hanno la stessa aria misteriosa, e tutti fanno al castoro la stessa raccomandazione.
E ogni volta, il castoro si sveglia appena in tempo per ascoltare solo:
Quando l'uovo sta per schiudersi, il castoro finalmente si desta del tutto e subito obbedisce all'ordine che crede di aver ricevuto. E così, porta immediatamente l'uovo alla gallina.
Solo a questo punto, scopriamo che si tratta di un uovo di coccodrillo (e no: la gallina non ne uscirà bene!).
Tra le pagine di Il castoro, l'uovo e la gallina ritroviamo l'inconfondibile tratto fumettistico degli animali di Silvia Borando, ingentiliti questa volta da una colorazione a pastello, più morbida.
La loro espressività teatrale accompagna alla perfezione la storia, una commedia degli equivoci fatta di malintesi e comicità .
Insieme a Eva Francescutto (al suo esordio come autrice) e Chiara Vignocchi, Silvia Borando ha costruito una trama semplice, leggera e arguta, destinata a lettori già consapevoli (la casa editrice lo indica dai 3 anni, ma credo sarebbe più adatto dai 4-5), che anche se non sanno leggere capiscono la relazione tra testo scritto e testo letto, e riescono a cogliere il meccanismo narrativo.
È una lettura che diventa esercizio di logica, seppur elementare: il castoro non coglie la negazione e quindi interiorizza l'ordine al contrario!
L'abilità del lettore adulto nel rendere il passaggio tra la negazione e il resto della frase può fare la differenza.
Il bambino, oltre che divertito, sarà gratificato nel comprendere il meccanismo e anticipare l'azione del castoro che corre dalla gallina.
A proposito di uova che nascondono sorprese: lo conoscete
Immagino di no, perché l'ho appena inventato.
Ritagliate tre uova di carta, identiche.
Sul retro, disegnate due pulcini e un coccodrillo. Ora rigiratele, e come nel gioco delle tre carte sfidate il bambino a indovinare l'uovo giusto.
È un gioco molto semplice, sia da realizzare che da giocare, e allena l'attenzione e l'osservazione.
Forse, da questo punto di vista, aiuterebbe un po' anche il castoro della storia.
Il riccio lo porta, con aria un po' furtiva, a un castoro addormentato.
La raccomandazione del riccio è chiarissima:
per NULLA al mondo...
...devi darlo alla gallina!
Peccato che il castoro, preso dal sonno, si risvegli soltanto a metà della frase, e ne ascolti solo la seconda parte. Dopodiché, si riaddormenta subito.
Uno dopo l'altro, si susseguono uno scoiattolo, un'alce, un coniglio. Tutti hanno la stessa aria misteriosa, e tutti fanno al castoro la stessa raccomandazione.
E ogni volta, il castoro si sveglia appena in tempo per ascoltare solo:
...devi darlo alla gallina!
Quando l'uovo sta per schiudersi, il castoro finalmente si desta del tutto e subito obbedisce all'ordine che crede di aver ricevuto. E così, porta immediatamente l'uovo alla gallina.
Solo a questo punto, scopriamo che si tratta di un uovo di coccodrillo (e no: la gallina non ne uscirà bene!).
Tra le pagine di Il castoro, l'uovo e la gallina ritroviamo l'inconfondibile tratto fumettistico degli animali di Silvia Borando, ingentiliti questa volta da una colorazione a pastello, più morbida.
La loro espressività teatrale accompagna alla perfezione la storia, una commedia degli equivoci fatta di malintesi e comicità .
Insieme a Eva Francescutto (al suo esordio come autrice) e Chiara Vignocchi, Silvia Borando ha costruito una trama semplice, leggera e arguta, destinata a lettori già consapevoli (la casa editrice lo indica dai 3 anni, ma credo sarebbe più adatto dai 4-5), che anche se non sanno leggere capiscono la relazione tra testo scritto e testo letto, e riescono a cogliere il meccanismo narrativo.
È una lettura che diventa esercizio di logica, seppur elementare: il castoro non coglie la negazione e quindi interiorizza l'ordine al contrario!
L'abilità del lettore adulto nel rendere il passaggio tra la negazione e il resto della frase può fare la differenza.
Il bambino, oltre che divertito, sarà gratificato nel comprendere il meccanismo e anticipare l'azione del castoro che corre dalla gallina.
A proposito di uova che nascondono sorprese: lo conoscete
il gioco delle tre uova?
Immagino di no, perché l'ho appena inventato.
Ritagliate tre uova di carta, identiche.
Sul retro, disegnate due pulcini e un coccodrillo. Ora rigiratele, e come nel gioco delle tre carte sfidate il bambino a indovinare l'uovo giusto.
È un gioco molto semplice, sia da realizzare che da giocare, e allena l'attenzione e l'osservazione.
Forse, da questo punto di vista, aiuterebbe un po' anche il castoro della storia.
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