"Faccio io!" è una frase che suscita nei genitori sentimenti contrapposti: l'orgoglio per il moto di autonomia del proprio figlio, per la sua voglia di crescere e imparare, ma anche il timore che a questa azione si accompagni un contrattempo, dall'uscire in ritardo di casa a danni di entità varia, che purtroppo l'assicurazione non copre come provenienti da "calamità naturali" (se l'assicuratore conoscesse il Piccolo D, credo che cambierebbe opinione in proposito).
Lo sappiamo: dobbiamo incoraggiare sempre questi sforzi, ma quanto è difficile, a volte.
Non si toglie! (Shinsuke Yoshitake, Salani editore) ironizza su questi momenti, facendo sorridere, da punti di vista opposti, sia genitori, sia bambini.
All'inizio del libro, vediamo un bambino il cui volto è coperto dalla maglietta, sollevata e poi rimasta incastrata attorno alle braccia alzate (chissà quante volte è successo anche a voi!).
È nato tutto da un "Faccio io!" che non ha avuto il risultato sperato.
Già, perché per i bimbi il tempo è dilatato, specialmente in una situazione indesiderata: ogni attimo sembra eterno, e anche un piccolo contrattempo sembra loro qualcosa di irrisolvibile.
Per questo, il bimbo inizia a pensare a come sarebbe la sua vita se non dovesse riuscire mai a uscire dalla sua maglietta.
Immagina così una vita di espedienti, in cui per bere deve usare la cannuccia.
Ma anche una vita di successi, una volta abituato all'idea: ecco che lo vediamo arringare una folla entusiasta dall'alto di un palco.
E in fondo, chissà a quanti bambini è capitato: potrebbe incontrare gli altri bambini incastrati nella maglietta e stringere con loro un'amicizia basata sulla propria condizione comune.
Certamente troverebbero il modo di giocare insieme (perfino col retino delle farfalle!).
E proprio quando arriva alla conclusione che sì, anche incastrato nella maglietta può aspettarsi un futuro meraviglioso, ecco che il bambino inizia a sentire freddo alla pancia e gli viene voglia di un bagnetto caldo.
Solo la mamma riuscirà, senza una parola e in un solo, velocissimo gesto, a farlo uscire da questa situazione. Così, questo bimbo così desideroso di autonomia, si trova nuovamente ad essere quasi un pupazzo gestito dalla madre, che con la rapidità di un'esperta lo insapona, lo lava, lo sciacqua e lo asciuga, per poi lasciarlo da solo, a mettersi il pigiama.
Ma il bambino sa che l'impresa è alla sua portata: può farcela da solo! Oppure no?
Non si toglie! è un albo che nella sua innegabile comicità rispecchia bene il pensare bambino, tra la melodrammaticità dei suoi "per sempre" e dei "mai più" e la resilienza che nasce dalla creatività e dall'immaginazione (ma anche dalla testardaggine di non voler chiedere una mano!).
Di questo protagonista, di cui per la maggior parte del libro non vediamo nemmeno la faccia, intuiamo bene espressioni, tono di voce e stati d'animo, proprio perché li vediamo ogni giorno nei nostri figli.
La sua vicenda non è fantascienza, ma è l'esasperazione creativa di qualcosa di molto reale, concreto e quotidiano, e segna perfettamente il grande confine (psicologico, prima che di competenze) tra le due percezioni di una stessa azione: un'impresa impossibile per il piccolo, una sciocchezza per la madre.
Il processo di crescita è tutto lì, in quel gap tra le due generazioni, nelle abilità acquisite e in quelle ancora tutte da apprendere.
Non si toglie! ci permette di riderci sopra, di gusto.
Menzione speciale al messaggio in quarta di copertina, indirizzato apparentemente ai bambini ma che, per contenuto e comicità, strizza l'occhio ai genitori e farà ridere soprattutto loro:
Lo sappiamo: dobbiamo incoraggiare sempre questi sforzi, ma quanto è difficile, a volte.
Non si toglie! (Shinsuke Yoshitake, Salani editore) ironizza su questi momenti, facendo sorridere, da punti di vista opposti, sia genitori, sia bambini.
All'inizio del libro, vediamo un bambino il cui volto è coperto dalla maglietta, sollevata e poi rimasta incastrata attorno alle braccia alzate (chissà quante volte è successo anche a voi!).
È nato tutto da un "Faccio io!" che non ha avuto il risultato sperato.
spiega la voce narrante, quella del bambino."Sono incastrato nella maglietta,da chissà quanto tempo ormai"
Già, perché per i bimbi il tempo è dilatato, specialmente in una situazione indesiderata: ogni attimo sembra eterno, e anche un piccolo contrattempo sembra loro qualcosa di irrisolvibile.
Per questo, il bimbo inizia a pensare a come sarebbe la sua vita se non dovesse riuscire mai a uscire dalla sua maglietta.
Immagina così una vita di espedienti, in cui per bere deve usare la cannuccia.
Ma anche una vita di successi, una volta abituato all'idea: ecco che lo vediamo arringare una folla entusiasta dall'alto di un palco.
E in fondo, chissà a quanti bambini è capitato: potrebbe incontrare gli altri bambini incastrati nella maglietta e stringere con loro un'amicizia basata sulla propria condizione comune.
Certamente troverebbero il modo di giocare insieme (perfino col retino delle farfalle!).
E proprio quando arriva alla conclusione che sì, anche incastrato nella maglietta può aspettarsi un futuro meraviglioso, ecco che il bambino inizia a sentire freddo alla pancia e gli viene voglia di un bagnetto caldo.
Solo la mamma riuscirà, senza una parola e in un solo, velocissimo gesto, a farlo uscire da questa situazione. Così, questo bimbo così desideroso di autonomia, si trova nuovamente ad essere quasi un pupazzo gestito dalla madre, che con la rapidità di un'esperta lo insapona, lo lava, lo sciacqua e lo asciuga, per poi lasciarlo da solo, a mettersi il pigiama.
Ma il bambino sa che l'impresa è alla sua portata: può farcela da solo! Oppure no?
Non si toglie! è un albo che nella sua innegabile comicità rispecchia bene il pensare bambino, tra la melodrammaticità dei suoi "per sempre" e dei "mai più" e la resilienza che nasce dalla creatività e dall'immaginazione (ma anche dalla testardaggine di non voler chiedere una mano!).
Di questo protagonista, di cui per la maggior parte del libro non vediamo nemmeno la faccia, intuiamo bene espressioni, tono di voce e stati d'animo, proprio perché li vediamo ogni giorno nei nostri figli.
La sua vicenda non è fantascienza, ma è l'esasperazione creativa di qualcosa di molto reale, concreto e quotidiano, e segna perfettamente il grande confine (psicologico, prima che di competenze) tra le due percezioni di una stessa azione: un'impresa impossibile per il piccolo, una sciocchezza per la madre.
Il processo di crescita è tutto lì, in quel gap tra le due generazioni, nelle abilità acquisite e in quelle ancora tutte da apprendere.
Non si toglie! ci permette di riderci sopra, di gusto.
Menzione speciale al messaggio in quarta di copertina, indirizzato apparentemente ai bambini ma che, per contenuto e comicità, strizza l'occhio ai genitori e farà ridere soprattutto loro:
C’è un momento della vita in cui riesci a fare tutto da solo. Ma non è questo.
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