Osservare non è un'attività così semplice come sembra.
Possiamo guardare molte cose senza vederle realmente. Non si tratta di trovare le risposte in ciò che abbiamo davanti, ma piuttosto di saper fare le domande giuste.
È questo il senso dell'istruzione e dell'educazione (o almeno: questo è quello che dovrebbe essere): non infondere concetti, ma fornire gli strumenti.
Con le mani nella terra. Alla scoperta del mondo vegetale è un fantastico libro di strumenti che guida alla scoperta della natura e del mondo vegetale. Emanuela Bussolati, che già aveva affrontato questa tematica in Ravanello cosa fai, sempre di Editoriale Scienza (lo ricordate?), fornisce molte nozioni, ma soprattutto invita a porre alla natura le domande giuste, a sperimentare in prima persona mettendo, per l'appunto, le mani nella terra.
Non a caso, la Bussolati coinvolge il lettore nel viaggio chiamandolo "Terranauta".
L'approccio è multidisciplinare: la botanica passa attraverso la storia, la biologia, l'ecologia, e non si fa mancare qualche spazio dedicato al gioco (non pensate anche voi che la ricreazione sia una delle materie scolastiche più importanti?).
Nato in collaborazione con l'orto botanico dell'Università di Padova, questo libro inizia proprio indicando i vari ruoli che ruotano attorno a una realtà di questo tipo: amministratori, ricercatori, giardinieri, fitopatologi e così via.
È un modo per introdurre l'idea che le piante possano essere viste e studiate secondo approcci molto diversi tra loro.
Delle piante si racconta poi la funzione ambientale e quella industriale (indicando ad esempio da quali specie ricaviamo cibo, indumenti, medicine, materiali edili e altro ancora). E naturalmente se ne spiega il funzionamento, dall'impollinazione alla crescita, soffermandosi su come condizioni diverse portino a risultati molto distanti tra loro.
Uno degli aspetti più interessanti è proprio l'invito all'osservazione: il modo in cui cresce una pianta può dire molto sulla sua storia, le sue caratteristiche biologiche, il tipo di terreno in cui è cresciuta.
Portando numerosi esempi, accompagnati da eloquenti illustrazioni, scopriamo perché un seme può avere una certa forma, a cosa servono le diverse radici, quali sono le tipologie di foglie che una pianta può avere.
Qua e là, tra i vari argomenti, troviamo anche piccoli consigli per la coltivazione, ma prima di essere un manuale pratico di giardinaggio, Con le mani nella terra è una base da cui partire per comprendere e "saper fare", senza dipendere sempre dai consigli degli altri.
La stessa copertina, con inserti ruvidi, invita ad essere toccata, mettendo l'esperienza in primo piano.
Non mancano piccoli esercizi, schede da compilare, progetti e suggerimenti pratici, che si rifanno a una dimensione tipicamente bambina dell'approccio al mondo vegetale.
Leggere la pagina dedicata ai giochi con le piante mi ha fatto un po' tornare a quando per me i prati e i fossi erano un meraviglioso parco giochi naturale (non sono così vecchia, sia chiaro: avevo anche il Nintendo!).
Voi ci giocavate, con le piante, da piccoli?
I miei giochi preferiti erano:
1) Lanciare le infiorescenze della piantaggine.
Bastava fare una piega sullo stelo, passarci l'infiorescenza e poi tirare per farla staccare.
Così:
2) Fischiare con gli steli d'erba.
Facile facile: bastava tenderne uno tra i pollici e poi soffiarci dentro.
3) Scoppiare i calici della silene.
Di questo non ho immagini: sorry, siamo fuori stagione. ;)
4) Infilare pratoline.
Qui l'unica difficoltà era trovarne una con il gambo abbastanza lungo per fare "collane" più lunghe possibile, così:
Il parco giochi più bello, in fondo, è quello che abbiamo sempre sotto i nostri occhi.
Possiamo guardare molte cose senza vederle realmente. Non si tratta di trovare le risposte in ciò che abbiamo davanti, ma piuttosto di saper fare le domande giuste.
È questo il senso dell'istruzione e dell'educazione (o almeno: questo è quello che dovrebbe essere): non infondere concetti, ma fornire gli strumenti.
Con le mani nella terra. Alla scoperta del mondo vegetale è un fantastico libro di strumenti che guida alla scoperta della natura e del mondo vegetale. Emanuela Bussolati, che già aveva affrontato questa tematica in Ravanello cosa fai, sempre di Editoriale Scienza (lo ricordate?), fornisce molte nozioni, ma soprattutto invita a porre alla natura le domande giuste, a sperimentare in prima persona mettendo, per l'appunto, le mani nella terra.
Non a caso, la Bussolati coinvolge il lettore nel viaggio chiamandolo "Terranauta".
L'approccio è multidisciplinare: la botanica passa attraverso la storia, la biologia, l'ecologia, e non si fa mancare qualche spazio dedicato al gioco (non pensate anche voi che la ricreazione sia una delle materie scolastiche più importanti?).
Nato in collaborazione con l'orto botanico dell'Università di Padova, questo libro inizia proprio indicando i vari ruoli che ruotano attorno a una realtà di questo tipo: amministratori, ricercatori, giardinieri, fitopatologi e così via.
È un modo per introdurre l'idea che le piante possano essere viste e studiate secondo approcci molto diversi tra loro.
Delle piante si racconta poi la funzione ambientale e quella industriale (indicando ad esempio da quali specie ricaviamo cibo, indumenti, medicine, materiali edili e altro ancora). E naturalmente se ne spiega il funzionamento, dall'impollinazione alla crescita, soffermandosi su come condizioni diverse portino a risultati molto distanti tra loro.
Uno degli aspetti più interessanti è proprio l'invito all'osservazione: il modo in cui cresce una pianta può dire molto sulla sua storia, le sue caratteristiche biologiche, il tipo di terreno in cui è cresciuta.
Portando numerosi esempi, accompagnati da eloquenti illustrazioni, scopriamo perché un seme può avere una certa forma, a cosa servono le diverse radici, quali sono le tipologie di foglie che una pianta può avere.
Qua e là, tra i vari argomenti, troviamo anche piccoli consigli per la coltivazione, ma prima di essere un manuale pratico di giardinaggio, Con le mani nella terra è una base da cui partire per comprendere e "saper fare", senza dipendere sempre dai consigli degli altri.
La stessa copertina, con inserti ruvidi, invita ad essere toccata, mettendo l'esperienza in primo piano.
Non mancano piccoli esercizi, schede da compilare, progetti e suggerimenti pratici, che si rifanno a una dimensione tipicamente bambina dell'approccio al mondo vegetale.
Leggere la pagina dedicata ai giochi con le piante mi ha fatto un po' tornare a quando per me i prati e i fossi erano un meraviglioso parco giochi naturale (non sono così vecchia, sia chiaro: avevo anche il Nintendo!).
Voi ci giocavate, con le piante, da piccoli?
I miei giochi preferiti erano:
1) Lanciare le infiorescenze della piantaggine.
Bastava fare una piega sullo stelo, passarci l'infiorescenza e poi tirare per farla staccare.
Così:
2) Fischiare con gli steli d'erba.
Facile facile: bastava tenderne uno tra i pollici e poi soffiarci dentro.
3) Scoppiare i calici della silene.
Di questo non ho immagini: sorry, siamo fuori stagione. ;)
4) Infilare pratoline.
Qui l'unica difficoltà era trovarne una con il gambo abbastanza lungo per fare "collane" più lunghe possibile, così:
Il parco giochi più bello, in fondo, è quello che abbiamo sempre sotto i nostri occhi.
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