Se ripenso al giardino dei miei, nei miei giochi da bambina, lo rivedo popolato di aberi e piante che oggi non ci sono più, ma anche di animali e persone e costruzioni che non ci sono mai stati.
La fantasia dei bambini è in grado di creare mondi che ai loro occhi sono reali almeno quanto il nostro.
Motori potentissimi di questi generatori di storie e microcosmi sono tre: la noia, la solitudine e la natura. E di noia e solitudine vediamo qui l'accezione positiva, come tempo non strutturato, libero da schemi e obblighi verso cose o persone: quel tempo, insomma, tutto da costruire.
Questo tempo diventa racconto nelle parole di Susanna Mattiangeli, illustrate da Felicita Sala in Il posto segreto (edizioni Lupoguido).
L'albo si apre su una camera vuota, o meglio: piena di segni di una presenza passata.
Qualcuno chiama Arianna, che non risponde.
Arianna è nel suo "posto segreto", un bosco in mezzo al parco, dove vive da molto tempo, come vivrebbe un esploratore, o forse un selvaggio: dorme su un letto di foglie, si veste di piume, si scalda al fuoco.
Con lei, lo Strano Animale che Arianna ha incontrato.
Docile e amichevole, lo Strano Animale non parla: è Arianna a interpretare le sue intenzioni.
Mentre le parole descrivono un luogo irraggiungibile, nascosto e separato dal resto del mondo da grovigli di rami, le immagini ce lo mostrano lì, a un passo dalla vita comune dei comuni visitatori del parco.
È un'altra caratteristica tipica dei giochi dei bambini: basta una tenda di foglie, un ramo che nasconde, e il proprio luogo, il regno dove la nostra fantasia costruisce mondi, diventa una realtà a sé, completamente separata dalle logiche comuni. Ignare, le altre persone conducono la propria vita come nulla fosse.
Il posto segreto di Arianna è al sicuro: è inaccessibile, perché è dentro di lei.
Il suo è un regno dove le piccole cose diventano tesori.
Le vediamo in una grande immagine a doppia pagina, e le ritroviamo nei risguardi del libro: elementi naturali e piccoli oggetti lasciati dall'uomo, così protagonisti dell'illustrazione, vengono caricati del ruolo che la bambina dà loro: elementi preziosi per l'osservazione, la creazione, la sopravvivenza di quel mondo così suo.
Una voce chiama Arianna, la invita a tornare a casa: porterà con sé anche lo Strano Animale? O lo lascerà lì, per continuare a immaginare una storia nuova al suo ritorno?
Il posto segreto intreccia incastri di mondi che appaiono complessi ma sono naturali in ogni bambino: il mondo reale, il mondo immaginato, il mondo disegnato da Arianna su un foglio, alla fine dell'albo. Hanno tutti elementi che li richiamano l'uno all'altro ed è difficile dire dove finisca il vissuto e dove inizi l'immaginato.
Il testo non lo dice mai, lasciando ampi spazi da riempire, da inventare, come se lo stesso atto di leggere il libro fosse a sua volta un ulteriore mondo che si inserisce tra quelli vissuti e creati dalla protagonista.
Ad esclusione dello Strano Animale (che non a caso non vediamo mai nella sua interezza), le illustrazioni non ci presentano mai elementi irreali, ma con un sapiente uso dell'inquadratura e della prospettiva, sanno dare agli elementi raffigurati un valore che va oltre il reale ed è quello delle storie immaginate: intrichi di rami che separano magicamente spazi vicini, foglie, pigne e piume che viste così da vicino si trasformano in oggetti imprescindibili, di vitale importanza.
Il posto segreto è quel gioco a cui abbiamo giocato tutti, che sa creare in un posto vicino e con cose quotidiane un luogo inaccessibile ricco di tesori.
Trovare tesori nella natura è un talento tutto bambino, con cui è bello giocare.
E forse non saremo capaci di cucire un vestito di piume, ma possiamo perlomeno creare un braccialetto, con questi tesori.
È semplice e veloce: bastano un paio di forbici e un po' di nastro adesivo telato o nastro americano (il cosiddetto "duct tape": se ne trovano di tutti i colori).
Si avvolge un anello di nastro attorno al polso, lasciando all'esterno la parte appiccicosa, ed ecco fatto: si può iniziare ad esplorare la natura appiccicandosi al bracciale ogni piccolo tesoro incontrato.
Il bracciale può essere un modo pratico di portare con sé i tesori trovati, oppure può essere riempito a piacimento di fiori, legnetti, sassolini e quant'altro per diventare un bracciale decorativo.
Nel mondo della fantasia, sarà sicuramente un bracciale pieno di poteri magici.
La fantasia dei bambini è in grado di creare mondi che ai loro occhi sono reali almeno quanto il nostro.
Motori potentissimi di questi generatori di storie e microcosmi sono tre: la noia, la solitudine e la natura. E di noia e solitudine vediamo qui l'accezione positiva, come tempo non strutturato, libero da schemi e obblighi verso cose o persone: quel tempo, insomma, tutto da costruire.
Questo tempo diventa racconto nelle parole di Susanna Mattiangeli, illustrate da Felicita Sala in Il posto segreto (edizioni Lupoguido).
L'albo si apre su una camera vuota, o meglio: piena di segni di una presenza passata.
Qualcuno chiama Arianna, che non risponde.
Arianna è nel suo "posto segreto", un bosco in mezzo al parco, dove vive da molto tempo, come vivrebbe un esploratore, o forse un selvaggio: dorme su un letto di foglie, si veste di piume, si scalda al fuoco.
Con lei, lo Strano Animale che Arianna ha incontrato.
Docile e amichevole, lo Strano Animale non parla: è Arianna a interpretare le sue intenzioni.
Mentre le parole descrivono un luogo irraggiungibile, nascosto e separato dal resto del mondo da grovigli di rami, le immagini ce lo mostrano lì, a un passo dalla vita comune dei comuni visitatori del parco.
È un'altra caratteristica tipica dei giochi dei bambini: basta una tenda di foglie, un ramo che nasconde, e il proprio luogo, il regno dove la nostra fantasia costruisce mondi, diventa una realtà a sé, completamente separata dalle logiche comuni. Ignare, le altre persone conducono la propria vita come nulla fosse.
Il posto segreto di Arianna è al sicuro: è inaccessibile, perché è dentro di lei.
Il suo è un regno dove le piccole cose diventano tesori.
Le vediamo in una grande immagine a doppia pagina, e le ritroviamo nei risguardi del libro: elementi naturali e piccoli oggetti lasciati dall'uomo, così protagonisti dell'illustrazione, vengono caricati del ruolo che la bambina dà loro: elementi preziosi per l'osservazione, la creazione, la sopravvivenza di quel mondo così suo.
Una voce chiama Arianna, la invita a tornare a casa: porterà con sé anche lo Strano Animale? O lo lascerà lì, per continuare a immaginare una storia nuova al suo ritorno?
Il posto segreto intreccia incastri di mondi che appaiono complessi ma sono naturali in ogni bambino: il mondo reale, il mondo immaginato, il mondo disegnato da Arianna su un foglio, alla fine dell'albo. Hanno tutti elementi che li richiamano l'uno all'altro ed è difficile dire dove finisca il vissuto e dove inizi l'immaginato.
Il testo non lo dice mai, lasciando ampi spazi da riempire, da inventare, come se lo stesso atto di leggere il libro fosse a sua volta un ulteriore mondo che si inserisce tra quelli vissuti e creati dalla protagonista.
Ad esclusione dello Strano Animale (che non a caso non vediamo mai nella sua interezza), le illustrazioni non ci presentano mai elementi irreali, ma con un sapiente uso dell'inquadratura e della prospettiva, sanno dare agli elementi raffigurati un valore che va oltre il reale ed è quello delle storie immaginate: intrichi di rami che separano magicamente spazi vicini, foglie, pigne e piume che viste così da vicino si trasformano in oggetti imprescindibili, di vitale importanza.
Il posto segreto è quel gioco a cui abbiamo giocato tutti, che sa creare in un posto vicino e con cose quotidiane un luogo inaccessibile ricco di tesori.
Trovare tesori nella natura è un talento tutto bambino, con cui è bello giocare.
E forse non saremo capaci di cucire un vestito di piume, ma possiamo perlomeno creare un braccialetto, con questi tesori.
È semplice e veloce: bastano un paio di forbici e un po' di nastro adesivo telato o nastro americano (il cosiddetto "duct tape": se ne trovano di tutti i colori).
Si avvolge un anello di nastro attorno al polso, lasciando all'esterno la parte appiccicosa, ed ecco fatto: si può iniziare ad esplorare la natura appiccicandosi al bracciale ogni piccolo tesoro incontrato.
Il bracciale può essere un modo pratico di portare con sé i tesori trovati, oppure può essere riempito a piacimento di fiori, legnetti, sassolini e quant'altro per diventare un bracciale decorativo.
Nel mondo della fantasia, sarà sicuramente un bracciale pieno di poteri magici.
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