Ricordo bene il giorno in cui chiesi a mia madre di insegnarmi a scrivere.
Avevo visto mia sorella che lo faceva e non potevo certo essere da meno. È stata un po' la sensazione che ho provato mille volte, da bambina: leggevo qualcosa che mi piaceva e pensavo "voglio provarci".
La maestra ci fa imparare a memoria una poesia? Io provo a scriverne una.
Scopro un fumetto che mi piace tanto? Provo a disegnarne uno (i risultati poi... vabbe', ma l'importante è provarci, no?).
Mi sono riconosciuta moltissimo in Matita HB, detta Tita, la protagonista di questo insolito libro di Susanna Mattiangeli, Premio Andersen 2018 come miglior scrittrice, illustrato da Rita Pedruccioli e edito da Il Castoro.
Anche lei ama giocare con la sua matita e il suo quaderno, trasformare la sua realtà in storie avventurose, sperimentare ogni tipo di testo che incontra.
Appunti, cose private, storie vere e inventate di Matita HB non è un vero e proprio romanzo: è il diario fantasioso e stravagante di una bambina di quarta elementare dalla fantasia esplosiva.
Tra le pagine impariamo a conoscere la sua inseparabile amica Nora, l'antipatica compagna di classe spiona Seppia Catarroni, la temibile maestra Amanita, il fratello Leo e soprattutto un certo Jacopo Donati, che le piace proprio tanto.
Ma soprattutto, scopriamo i suoi mille esercizi di stile, perché quando Matita HB racconta qualcosa, non lo fa mai in modo banale.
C'è una divisione alla lavagna raccontata come fosse una cronaca sportiva, un'analisi grammaticale che si fa racconto, un contratto di amicizia scritto in perfetto burocratese, vari scambi di biglietti tra lei e l'amica Nora.
Ogni storia che inventa Matita HB si intreccia con la realtà, e viceversa. E così Mozart e uno scienziato si intromettono in un dialogo tra lei e la madre, mentre un compito in classe di italiano viene influenzato dalla sua fame impellente.
Leggere Matita HB significa divertirsi a discernere il vero dal fantastico. Oppure lasciarsi andare e godersi semplicemente la scrittura.
Ricorrente è la formula della lettera a se stessa tra 10 (o 15, o 20) anni: un modo originale per raccontare di sé ed esprimere i suoi desideri.
Che racconti realtà o invenzioni, comunque, Matita HB padroneggia stili diversi con grande maestria, e fa venire voglia a chi legge di scrivere e sperimentare con le parole.
Perché non iniziare proprio dalla forma di scrittura preferita da Tita?
una lettera a se stessi da grandi.
Non serve aspettare 10 o 20 anni: un anno sarà un tempo sufficientemente lungo per un bambino, e già molte cose saranno cambiate.Volete aiutare vostro figlio a scriverla? Guidatelo con alcune domande:
- che classe frequento? Qual è la mia materia preferita?
- chi è il mio migliore amico?
- qual è il mio cibo preferito?
- a cosa mi piace giocare?
- il libro che ho appena letto? e il mio preferito?
- in che cosa mi sento forte? in cosa potrei migliorare?
- qual è stata la giornata più bella che ho vissuto negli ultimi tempi?
Fate una sorpresa in più: scrivete una lettera anche voi al vostro figlio del futuro, così quando aprirà la sua, troverà anche i vostri pensieri per lui.
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