Se è vero (pare di no, in realtà) che gli eschimesi hanno 50 parole diverse per dire "neve", è anche vero che per un genitore il pianto di un bambino non si traduce in un semplice "piange", ma assume sfumature impensabili da chi figli non ne ha.
C'è il pianto "da sonno", il pianto per finta, il pianto da dolore, il singhiozzo trattenuto, e scommetto che se ci pensate su ve ne vengono in mente almeno altri quattro o cinque.
Elisabetta Pica e Silvia Borando esplorano tutte le sfumature di capriccio dei bambini nel coinvolgente e buffo Gelato!, che unisce lo stile inconfondibile di minibombo, fatto di semplicità, leggerezza e ironia, a un lavoro introspettivo che sarà utile sia ai bambini che ai genitori.
Poche parole completano immagini dai tratti netti ma mai banali, che bastano quasi da sole per raccontare la storia, così da rendere il libro sfogliabile anche in autonomia dai piccoli, dopo qualche lettura condivisa.
Il piccolo protagonista chiede al papà un gelato, e al suo "no" esplode in un capriccio, anzi, in tanti capricci, uno per colore.
C'è il capriccio giallo, insistente e fastidioso.
O il capriccio blu, triste e piagnucoloso.
O quello verde, carico di invidia verso gli altri bambini col gelato in mano.
Un arcobaleno di capricci che trasforma il piccolo protagonista in tanti modi diversi.
Il libro è improntato sul punto di vista del bambino: il lettore vede il mondo alla sua altezza (del papà che nega il gelato vediamo solo i piedi), e questo è un aiuto, per il lettore e il piccolo ascoltatore, a comprendere e comprendersi.
Il bambino imparerà (divertendosi: si tratta pur sempre di un libro minibombo!) a riconoscere e dare un nome alle proprie emozioni più negative, e il genitore proverà a mettersi alla sua altezza, appunto, per capire cosa gli passa per la testa durante un capriccio.
E anche la conclusione, inaspettata ma credibile, forse insegnerà qualcosa a entrambi.
E se anche voi avete detto "no" a un gelato, potete consolare il vostro bimbo dai capricci giocando a
crea il tuo gelato
Potete iniziare stampando il mio pdf scaricabile: stampate e ritagliatene più copie, oppure usate le sagome come forme per ritagliare i "pezzi" sul cartoncino colorato.L'essenziale è che ogni giocatore abbia un cono e almeno un paio di "palline" per ogni colore.
Nel pdf troverete anche un dado da costruire (ma potete anche ritagliare un cerchietto colorato per ogni colore e applicarlo con il nastro biadesivo a un dado di plastica o di legno, in modo che sia più resistente) e delle carte con delle "composizioni" di gelato.
Il gioco ha due livelli di difficoltà, secondo l'età del bambino.
Gioco base (dai 2 anni circa).
Prendete una carta e chiedete al bambino di comporre il gelato come nell'esempio.
Questo gioco aiuta a riconoscere i colori, a riconoscere e copiare un "modello" e a comprendere il concetto di ordine (il rosa viene prima del giallo, ecc).
Gioco avanzato (dai 3 anni circa).
Si gioca con il dado, in due o più giocatori.
Scopo del gioco è riuscire per primo a comporre il cono secondo la carta-esempio.
Per prima cosa, si sceglie una carta. Poi, a turno, ogni giocatore lancia il dado e, se il colore che esce è quello giusto, può accaparrarsi la "pallina" e metterla sul proprio cono.
La faccia grigia fa saltare un turno, quella a quattro colori è una sorta di jolly che permette di scegliere il colore che serve.
Questo gioco, oltre al concetto di colori e di ordine, insegna anche a rispettare il proprio turno di gioco e introduce un elemento competitivo (anche se dovuto puramente a fortuna).
"Vaniglia, flagola e cioccolato: sono tutti i miei gusti plefeliti!"
dice il Piccolo D.
Ce la farò a dirgli "no" se me li chiede?
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