Sarà forse la primavera, o il fatto che per la prima volta abbiamo una casa con giardino, ma qui siamo in piena fase "sperimentale". Il Piccolo D porta i sassolini dal vialetto alla porta di casa, sperimentando il curioso fenomeno per cui mamma e papà, poi, li riportano sempre al loro posto.
Il Piccolo T è invece alle prese con i suoi primi esperimenti seri (il pluviometro, la ruota idraulica, e l'anemometro), preso dall'entusiasmo per suoi due ultimi libri "scientifici" che ogni sera vuole leggere, sfogliare ed esplorare.
Vi ho già parlato qui dei due volumi della collana "il mio pianeta", di Editoriale Scienza: Il mio pianeta. Acqua e Il mio pianeta. Vento, soffermandomi soprattutto sul primo, con l'esperimento della nuvola in barattolo.
Vi avevo già raccontato del loro approccio multidisciplinare, in cui ogni pagina analizza un diverso aspetto dell'elemento naturale: dalla letteratura alla geografia, dalla fisica alla biologia, tutto naturalmente a portata di bimbo.
E vi avevo anche detto che ogni pagina propone un diverso tipo di attività: osservazione, sperimentazione e creatività, perché imparare è più facile quando si toccano con mano i fenomeni e soprattutto quando ci si diverte.
E infatti, così come è stato per l'acqua, anche con Il mio pianeta. Vento ogni pagina è stata una scoperta. Abbiamo imparato come nasce il vento, quale impatto ha sulla temperatura che percepiamo, come si chiamano i venti che soffiano dai diversi punti cardinali, come il vento trasporta i semi e come trasformare il vento in energia.
E abbiamo iniziato a sperimentare e toccare con mano quello che avevamo imparato, con le tante attività proposte. E una in più.
Dato che ci mancavano alcuni dei materiali richiesti per le "automobili a vela" descritte dal libro, infatti, abbiamo optato per delle più classiche barchette.
È bastato prendere alcuni tappi di sughero e degli stuzzicadenti.
Con la colla a caldo, ho inconcollato i tappi a due a due, fissando nel mezzo due stuzzicadenti che fungessero da "alberi" della nave.
Sugli stuzzicadenti ho infilato le vele create con dei rettangoli di carta colorata, fissate anch'esse con la colla a caldo.
Una cannuccia per sofiare e via: vento in poppa fino a gridare "Terra!".
Anzi: "Bordo della vasca!".
Il Piccolo T è invece alle prese con i suoi primi esperimenti seri (il pluviometro, la ruota idraulica, e l'anemometro), preso dall'entusiasmo per suoi due ultimi libri "scientifici" che ogni sera vuole leggere, sfogliare ed esplorare.
Vi ho già parlato qui dei due volumi della collana "il mio pianeta", di Editoriale Scienza: Il mio pianeta. Acqua e Il mio pianeta. Vento, soffermandomi soprattutto sul primo, con l'esperimento della nuvola in barattolo.
Vi avevo già raccontato del loro approccio multidisciplinare, in cui ogni pagina analizza un diverso aspetto dell'elemento naturale: dalla letteratura alla geografia, dalla fisica alla biologia, tutto naturalmente a portata di bimbo.
E vi avevo anche detto che ogni pagina propone un diverso tipo di attività: osservazione, sperimentazione e creatività, perché imparare è più facile quando si toccano con mano i fenomeni e soprattutto quando ci si diverte.
E infatti, così come è stato per l'acqua, anche con Il mio pianeta. Vento ogni pagina è stata una scoperta. Abbiamo imparato come nasce il vento, quale impatto ha sulla temperatura che percepiamo, come si chiamano i venti che soffiano dai diversi punti cardinali, come il vento trasporta i semi e come trasformare il vento in energia.
E abbiamo iniziato a sperimentare e toccare con mano quello che avevamo imparato, con le tante attività proposte. E una in più.
Dato che ci mancavano alcuni dei materiali richiesti per le "automobili a vela" descritte dal libro, infatti, abbiamo optato per delle più classiche barchette.
È bastato prendere alcuni tappi di sughero e degli stuzzicadenti.
Con la colla a caldo, ho inconcollato i tappi a due a due, fissando nel mezzo due stuzzicadenti che fungessero da "alberi" della nave.
Sugli stuzzicadenti ho infilato le vele create con dei rettangoli di carta colorata, fissate anch'esse con la colla a caldo.
Una cannuccia per sofiare e via: vento in poppa fino a gridare "Terra!".
Anzi: "Bordo della vasca!".