Tutti in coda (e sullo sbuffo).


Vi eravate rilassati con il post precedente, eh?
Nessun materiale da preparare, incollare, ritagliare: bastava aprire quattro cassetti e tutto era pronto.
Ma adesso è giunta l'ora di dimenticare le ferie (ahimè) e applicarsi un po' di più.

Ad esempio, con un progetto che riguarda il primo libro che, a distanza di mesi dalla prima lettura, abbiamo dovuto prendere nuovamente in prestito dalla biblioteca perché il piccolo T lo chiedeva a gran voce.

Il libro è Tutti in coda, di Babalibri, e la prima volta che l'ho aperto mi sono detta: e adesso questo come lo leggo?
Sì, perché tre quarti del libro sono fatti così: un elenco di animali, numerati da 50 a 1, in coda uno dietro l'altro. Alcuni dicono qualcosa, altri no. Alcuni interagiscono tra loro, altri no. Alcuni (quasi tutti) sono animali comuni, altri no (che caspiterina è un vombato?).
Ah, e poi c'è un uccellino che fa da guida e tiene d'occhio tutti quanti.


Insomma: come fare? Leggere il nome di tutti gli animali? Nominare solo quelli che parlano? Cercare di dare un senso alle espressioni di quelli che stanno zitti?
Non lo nego: sul momento, dentro di me, non ho avuto parole gentili per Ohmura Tomoko, l'autore.  Ma tutti me ne avevano parlato bene, e il Piccolo T sembrava entusiasta, così ho continuato, un po' curiosa, in fondo, di scoprire cosa facevano gli animali in coda.

SPOILER ALERT - Gli animali, alla fine, salgono a dorso di una balena, che per loro è una specie di parco giochi vivente. Fa una grande capriola, si immerge sott'acqua e poi – SPLASH! – li fa volare con il suo gigantesco spruzzo.


E devo ammettere che, dopo la prima lettura, mi sono dovuta ricredere. Nonostante le premesse, Tutti in coda è uno dei nostri libri preferiti.
A ogni lettura si scopre un nuovo particolare, ogni volta il Piccolo T si concentra su un animale diverso e quando arriviamo alla balena, ci sembra di salire a bordo e divertirci con tutti gli altri.
E ogni volta, naturalmente, sorgono nuove domande.
A volte non so rispondere ("Mamma, cos'è un vombato?"), altre volte ci provo. Ed ecco come ho provato a spiegare

il grande spruzzo della balena.

Per questo gioco, ho ripreso in mano la mia fidata (ricordate?) sega a traforo. E poi del compensato, della vernice colorata, uno stuzzicadenti da spiedino e della carta.


  1. Per prima cosa, si disegna la balena su un foglio, per poi ricalcarla sul compensato. Non sapete disegnare una balena? E che problema c'è? Ho preparato un pdf scaricabile con la mia.
  2. Ritagliate il compensato. Servono due sagome della balena e due delle sue pinne.
  3. Questo è più difficile (bisogna trovarelo strumento adatto: io ho usato il Dremel 4000, un multiutensile che permette anche di incidere il legno): bisogna scavare, all'altezza dello spruzzo, un piccolo canaletto dove passerà lo stuzzicadenti.
  4. Il canaletto deve essere inciso sulle due sagome in modo da coincidere una volta incollate.
  1. Solo dopo aver incollato le due sagome della balena (altrimenti rischiate che il taglio non coincida) potete ritagliare anche la bocca e levigare i bordi.
  2. Incollate le pinne (io le ho colorate di blu) facendo in modo che la loro base coincida con quella della balena. In questo modo starà in piedi più stabilmente. Aggiungete anche due puntini di colore per gli occhi.
  3. Arriva la parte più facile: fare tanti bei taglietti su una striscia di carta e incollatela attorno al vostro bastoncino
  4. per ottenere lo spruzzo.

Ed ecco qua: spingendo su e giù il bastoncino, vedrete "il grande spruzzo" uscire dal suo dorso.
(Inutile che ve lo dica: essendo di carta, lo srpuzzo durerà sì e no un paio di giorni.  Per fortuna, però, è la parte più semplice da rifare. E la balena è molto carina anche senza.)




2 commenti

  1. Davvero una bellissima idea! ... io davvero non saprei come leggerlo questo libro!

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  2. Federica, non ti avevo ancora ringraziata qui!

    Lety, l'impatto non è facile, ma poi si trovano mille modi diversi per leggerlo. È anche questo il bello di questo libro.

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