Ci sono mamme che non vedono l'ora di scegliere le prime scarpine, altre che smaniano per regalare i primi Lego (io! io!), altre ancora che aspettano il momento di comprare i primi libri (sempre io!).
Se appartenete all'ultima categoria, ho una buona notizia per voi: non è mai troppo presto per leggere a un bambino.
Parola di Piccolo D, con il quale ho scoperto e riscoperto il piacere di leggere libri piccolissimi fin da subito, e che da subito mi ha ricambiato con i suoi sorrisi. Ma cosa si può leggere a un bimbo di uno, due, tre, quattro mesi?
Animali, uno dei "Primi libri in bianco e nero" di Usborne, è forse il primo libro che avevo comprato al Piccolo T, e il primo che ho ripreso in mano con il Piccolo D.
EDIT: Oggi questo titolo non si trova più, ma si trovano comunque alternative altrettanto se non più valide come I miei animali di Xavier Deneux o Black on White di Tana Hoban.
Il fatto che sia cartonato, naturalmente, non è ancora importante (il Piccolo D ha solo 4 mesi) ma lo sarà presto, quando anche lui scoprirà che in un libro, oltre al piacere di guardare e ascoltare, c'è anche quello di sfogliare, toccare e maneggiare.
Per rispondere a questa caratteristica cognitiva, i libri di facce devono essere fotografici (il neonato distingue meglio un volto se è realistico) e rappresentare un volto per pagina, frontalmente.
Guarda che faccia! ci è stato regalato dalla pediatra grazie al progetto Nati per Leggere quando il Piccolo T aveva sei mesi, ed è ora il preferito del Piccolo D, che sfodera sempre i suoi migliori sorrisi di fronte alla pagina del bimbo che ride.
Semplice e colorato, con poche pagine cartonate, Guarda che faccia! riporta su ogni doppia pagina la foto di un bimbo a destra e la "traduzione" onomatopeica della sua espressione (di gioia, pianto, stupore ecc) a sinistra, in sei "lingue" diverse.
Delizioso anche Facciamo le facce, che anziché abbinare le espressioni a un'onomatopea, le affianca a una piccola filastrocca in rima che aiuta a dare un nome alle emozioni. Nell'ultima pagina c'è anche uno specchio per guardare le proprie espressioni.
Per il Piccolo D ho scelto Gnam! A me piace..., ma trovo deliziosi anche il coccolosissimo Ti voglio bene o, a proposito di facce ed espressioni, Non piangere!.
Gnam! A me piace... ha disegni semplici ma dallo stile non banale, con contorni ben definiti, e una piccola azione rappresentata con simpatiche finestrelle, che si svolge in due pagine successive. In una doppia pagina vengono presentati un animale e un cibo che gli piace; girando pagina, la foratura sulla bocca dell'animale si sovrappone al cibo facendo in modo che il personaggio lo "mangi" (con una simpatica espressione di gioia).
Nella sua semplicità, anche il finale è simpatico e non scontato: stavolta il goloso è un bimbo, che si mangia tutte le cose che piacevano agli animali delle pagine precedenti.
Devo fare una confessione: la foto seguente è stata photoshoppata. La nostra copia di L'uccellino fa... era ridotta talmente male che mi vergognavo a farvela vedere. Il Piccolo T ha sfogliato, maneggiato e "letto" questo libro fino a consumarlo (e al Piccolo D, com'è destino di tutti i fratelli minori, toccano i resti).
Chi l'ha avuto in casa non si stupisce, quindi, che L'uccellino fa... sia un grande classico dei libri per la prima infanzia. L'idea di fondo è semplice ma non scontata: ogni doppia pagina presenta sulla destra una figura (semplice, su sfondo a tinta unita e con contorni netti, quindi facile da decodificare) e sulla sinistra il suo "verso".
Gli abbinamenti vanno dai più semplici (il gatto fa miao) ai più curiosi (il raffreddore fa etciù!), e le numerosissime pagine si susseguono in un ritmo musicale di assonanze e variazioni.
Il successo è assicurato, perché i bimbi adorano i suoni strani e onomatopeici e il tipo di testo "costringe" la mamma a variare la voce e i suoi toni, rendendo l'esperienza di lettura più coinvolgente.
È anche un libro che verrà apprezzato a lungo, e scommetto che un giorno sorprenderete vostro figlio a "leggerlo" da solo, come è successo a me col Piccolo T.
Ho parlato più approfonditamente di questo libro qui.
È il modo più bello per condividere con loro la vostra prima passione in comune.
(Volete consigli su come leggere ai piccolissimi? C'è la seconda parte di questo post che vi aspetta.)
Se appartenete all'ultima categoria, ho una buona notizia per voi: non è mai troppo presto per leggere a un bambino.
Parola di Piccolo D, con il quale ho scoperto e riscoperto il piacere di leggere libri piccolissimi fin da subito, e che da subito mi ha ricambiato con i suoi sorrisi. Ma cosa si può leggere a un bimbo di uno, due, tre, quattro mesi?
Libri in bianco e nero.
La vista dei bimbi, si sa, si sviluppa gradualmente. Nei primi mesi i loro occhi distinguono soprattutto i contrasti forti e le linee nette. Per questo l'ideale, per loro, sono libri con semplici figure in bianco e nero, una per pagina, senza troppi fronzoli.Animali, uno dei "Primi libri in bianco e nero" di Usborne, è forse il primo libro che avevo comprato al Piccolo T, e il primo che ho ripreso in mano con il Piccolo D.
EDIT: Oggi questo titolo non si trova più, ma si trovano comunque alternative altrettanto se non più valide come I miei animali di Xavier Deneux o Black on White di Tana Hoban.
Il fatto che sia cartonato, naturalmente, non è ancora importante (il Piccolo D ha solo 4 mesi) ma lo sarà presto, quando anche lui scoprirà che in un libro, oltre al piacere di guardare e ascoltare, c'è anche quello di sfogliare, toccare e maneggiare.
Libri con le facce.
C'è un'altra cosa che i neonati sanno distinguere bene oltre alle figure in bianco e nero: i volti umani. Decodificare un viso, primo fra tutti quello della mamma, e scoprire le sue espressioni è la loro prima forma di lettura, ed è sempre a un viso che dedicano i loro primi dolcissimi sorrisi.Per rispondere a questa caratteristica cognitiva, i libri di facce devono essere fotografici (il neonato distingue meglio un volto se è realistico) e rappresentare un volto per pagina, frontalmente.
Guarda che faccia! ci è stato regalato dalla pediatra grazie al progetto Nati per Leggere quando il Piccolo T aveva sei mesi, ed è ora il preferito del Piccolo D, che sfodera sempre i suoi migliori sorrisi di fronte alla pagina del bimbo che ride.
Semplice e colorato, con poche pagine cartonate, Guarda che faccia! riporta su ogni doppia pagina la foto di un bimbo a destra e la "traduzione" onomatopeica della sua espressione (di gioia, pianto, stupore ecc) a sinistra, in sei "lingue" diverse.
Delizioso anche Facciamo le facce, che anziché abbinare le espressioni a un'onomatopea, le affianca a una piccola filastrocca in rima che aiuta a dare un nome alle emozioni. Nell'ultima pagina c'è anche uno specchio per guardare le proprie espressioni.
Libri con azioni semplici.
Sia chiaro: non pretendo che un bimbo di pochissimi mesi capisca il significato di un'azione raccontata su un libro o possa interagire con le sue pagine. Ma proporre un libro che, pur con le caratteristiche adatte a un piccolissimo, sia un po' più evoluto di un semplice libro-dizionario (quelli con un solo soggetto per pagina e una parola che lo definisce) può essere una buona scelta per almeno tre motivi:- La mamma si annoia meno. Per la mamma sarà più semplice e divertente leggere un libro in cui "succede" qualcosa (anche se si tratta di azioni elementari), e questo renderà l'esperienza di lettura più coinvolgente.
- Durerà di più. Il bimbo potrà divertirsi a lungo, anche quando imparerà a maneggiarlo e a capirlo meglio, soprattutto se contiene parti interattive come finestrelle dove infilare le dita. Diventerà "un libro per bimbi troppo piccoli" molto più tardi di un libro-dizionario.
- Aiuta a capire. Associare a un soggetto una semplice azione faciliterà, in un secondo momento, la comprensione di quello che il bimbo vede.
Per il Piccolo D ho scelto Gnam! A me piace..., ma trovo deliziosi anche il coccolosissimo Ti voglio bene o, a proposito di facce ed espressioni, Non piangere!.
Gnam! A me piace... ha disegni semplici ma dallo stile non banale, con contorni ben definiti, e una piccola azione rappresentata con simpatiche finestrelle, che si svolge in due pagine successive. In una doppia pagina vengono presentati un animale e un cibo che gli piace; girando pagina, la foratura sulla bocca dell'animale si sovrappone al cibo facendo in modo che il personaggio lo "mangi" (con una simpatica espressione di gioia).
Nella sua semplicità, anche il finale è simpatico e non scontato: stavolta il goloso è un bimbo, che si mangia tutte le cose che piacevano agli animali delle pagine precedenti.
Libri con onomatopee.
Devo fare una confessione: la foto seguente è stata photoshoppata. La nostra copia di L'uccellino fa... era ridotta talmente male che mi vergognavo a farvela vedere. Il Piccolo T ha sfogliato, maneggiato e "letto" questo libro fino a consumarlo (e al Piccolo D, com'è destino di tutti i fratelli minori, toccano i resti).
Chi l'ha avuto in casa non si stupisce, quindi, che L'uccellino fa... sia un grande classico dei libri per la prima infanzia. L'idea di fondo è semplice ma non scontata: ogni doppia pagina presenta sulla destra una figura (semplice, su sfondo a tinta unita e con contorni netti, quindi facile da decodificare) e sulla sinistra il suo "verso".
Gli abbinamenti vanno dai più semplici (il gatto fa miao) ai più curiosi (il raffreddore fa etciù!), e le numerosissime pagine si susseguono in un ritmo musicale di assonanze e variazioni.
Il successo è assicurato, perché i bimbi adorano i suoni strani e onomatopeici e il tipo di testo "costringe" la mamma a variare la voce e i suoi toni, rendendo l'esperienza di lettura più coinvolgente.
È anche un libro che verrà apprezzato a lungo, e scommetto che un giorno sorprenderete vostro figlio a "leggerlo" da solo, come è successo a me col Piccolo T.
Ho parlato più approfonditamente di questo libro qui.
E... i libri del fratello.
Già, diciamocelo: più che le figure, le azioni e i colori, a un bimbo interessano la voce della mamma e le sue coccole. E allora perché non approfittare per far diventare la lettura un momento di famiglia? Basta tenere in braccio il vostro piccolo durante il solito rito della lettura con il grande. A lui non importeranno le figure in bianco e nero, le onomatopee, i volti o le azioni: quello che conta sarà stare a contatto con voi e con il suo primo eroe: il fratello maggiore.È il modo più bello per condividere con loro la vostra prima passione in comune.
(Volete consigli su come leggere ai piccolissimi? C'è la seconda parte di questo post che vi aspetta.)
0 commenti